12.13.2007

Il mondo fluttuante 6

Hiroshige Ando: Yokkaichi, particolare
Oggi torno al fantastico viaggio improvvisato in quel fantastico (seppur oramai tristemente lontano) 7 ottobre 2007...

Dopo aver visto il museo e spulciato il decoroso e turisticamente non troppo pedante negozietto interno e dopo aver mangiato i migliori udon del giappone, eccomi immerso in una fantastica campagna giapponese nel distretto di Nasu 那須, prefettura di Tochigi 栃木, dove faccioni di politici giapponesi mi sghignazzano ogni 500 metri, dal loro cartellone di plastica ben ordinato ai lati della strada, manco fosse pubblicità da rally...

Improvvisamente, la proverbiale sete giapponese, ci fa fermare davanti un negozietto in un paesotto. Dovrebbe corrispondere ad un versatile combini (il supermarket 24h), ma le luci spente e la mancanza di un qualsivoglia commesso mal combacia con la mercanzia esposta al pubblico e le porte aperte, dovrei dire gli shoji. Il grigiore del piccolo centro abitato che apprendo essere chiamato Batou 馬頭 in frazione di Nakagawa 那珂川 fa risaltare la figura della sfaccendata matrona giapponese che arriva di li a poco, a venderci tè e coca cola.

Ripartiamo per fare pochi kilometri ed ecco che appare in fronte a noi:
Museo di Hiroshige a Bato
Stupito dalla meravigliosa costruzione (veramente imponente, nella sua leggerezza lignea) non mi rendo conto di ciò che di li a poco avrei ammirato, la mia prima collezione di ukioe (vedi post "Il mondo fluttuante 1" e link a wikipedia Ukiyo-e )!
Il museo è intitolato a Hiroshige Utagawa (o Hiroshige Ando), si chiama infatti "Nakagawa-machi Bato Hiroshige Museum of Art" (letteralmente "museo Hiroshige di Bato, città di Nakagawa" che fantasia questi giapponesi vero? tipo chiamarlo palazzo grassi o qualcosa del genere pare brutto?) costruzione di un certo Kengo Kuma, famoso architetto che in questo momento espone pure a Padova (chi viene con me a vedere, eh?).
Hiroshige Ando: Yokkaichi, particolareSecondo particolare dalla stazione numero 44 della antica strada giapponese del Tokaido, il villaggio di pescatori di Yokkaichi; la foto l'ho fatta da una cartolina che ho spedito a casa, è un qualcosa di eccezionale l'intera stampa, ve lo assicuro.

12.10.2007

Cartine & Indirizzi

Oramai è un punto d'onore quello di mostrarvi le foto del Giappone, e non rinuncio solo perché nessuno commenta queste noiosissime diapositive dall'anno 2007, o perché mi sento un po solo qui a postare, o perché il Giappone è ritornato ad essere cattivissimocon stranieri (le famose impronte digitali) e con gli autoctoni (ste condanne a morte... per fortuna almeno stiamo facendo qualcosina anche noi), dopo 6/7 anni di tregua!

Che il viados si dia alle danze!Questa è una cartina della località dove ho avuto il mio primo, indimenticabile, incontro con le terme giapponesi. Notare il pescatore boccalone, l'immancabile coppietta che guarda la scimmia, e l'incomprensibile "Voi siete Qui".

Ecco una puntata sul come "risolvere" quei cumuli di caratteri che i giapponesi chiamano indirizzi!
Lezione numero 1
Se non state studiando giapponese lasciate stare.
Lezione numero 2
Se state studiando e non ci capite un cazzo, sperate che qualcuno vi dica ganbatte e riprovate dopo un pò, a volte funziona.
Lezione numero 3
Ecco qui un esempio di indirizzo:
日本栃木県那須郡那珂川町馬頭


(prova di immagine con indirizzo in Giapponese, per consentire ai non nippofiliaci, senza supporto per le lingue orientali, o senza linux o mac, di vedere i caratteri, non avevo voglia di fare lo sfondo trasparente, non me ne abbiate)

Immagino che sia così che lo scrivono in giappone, dato che così l'ho trovato su lettere, pubblicità, et similia. Anche se volete trovarlo su google earth o google maps dovete inserirlo così!
Ora rimpiango la poco funzionale ma umanissima impostazione degli indirizzi italiani, con cap enorme (che qui non ho incluso), righe sfalsate, etc etc...

Ecco invece la conseguenza di una cartina italiana (talmente accurata da essere incomprensibile, anche se confrontata con le cartine che dovunque si trovano nelle zone metropolitane Giapponesi):
Bellissima zona cimiteriale, con tanto di campane buddhiste in pieno vibrante utilizzo, nascoste alla vista; templi già chiusi dall'aspetto sinistro (sembra che per farli abbiano usato gli alberi della foresta malvagia di biancaneve) e Nam myoho renge kyo sparato alla massima potenza!

Notte!

12.02.2007

Il mondo fluttuante 5

Sottotitolo:
La campagna giapponese
(Per chi si fosse perso le puntate precedenti trovate l'elenco QUI.)

Dopo aver contemplato la serenità di quell'angolo di paradiso, quale era il kodokan, cercammo un posto dove rilassarci per mangiare.
Una volta settato il navigatore integrato nella macchinetta familiare, ci trovammo , di pubblicità in pubblicità, in uno splendido ristorante tipico; una lunga scaffalatura con una splendida collezione di ceramiche locali, dall'aspetto estremamente raffinato, si snodava lungo il corridoio e le pareti delle salette interne dove, previa scalzatura, era possibile sedersi e mangiare qualcosa, protetti dalla lamina di carta delle porte e delle pareti interne.

Ad accoglierci arrivò un vecchietto che ci informò cortesemente che le cucine erano indaffarate per degli ospiti che sarebbero arrivati di li a poco, e che si sarebbe dovuto aspettare parecchio.
Per chi non avesse presente la cortesia giapponese, in italiano la traduzione più corretta dell'avvenimento sarebbe:
"Un vecchio arriva, e gentilmente ci invita ad uscire, che il locale era prenotato".
In un ristorantaccio veneziano, la traduzione sarebbe:
"Un vecio xe rivà e me ga mandà tuti fora dai cojoni".
Perdonate la parola, ma è dover di fanta-cronaca.

Partendo di fretta, trovammo un tranquillissimo ristorantino di udon di campagna, molto più rilassante per i giapponesi, in quanto non occorreva togliersi le scarpe per mangiare.
Ecco l'immagine di un magazzino per le riserve, se ne vedevano molti in campagna, ed erano la cosa che, presa singolarmente, più mi ricordava l'architettura cascinale italiana, chissà perchè...
Qui invece si vede un gruppetto di case, molto carine nevvero? nel complesso ricordano la campagna italiana, ve lo assicuro. Immagine presa dalla banchina di una stazione del treno andando verso l'aereoporto di Narita....

11.24.2007

Optional igenico



Breve postilla integrativa al filone toilette giapponesi:)
Rovistando un po' tra le varie foto, ho rinvenuto questa, quasi dissipatasi alla mia memoria
Qui ero nel bagno, spazioso e confortevole del Museo internazionale di Ueno, naturalmente sul padiglione di storia e arte giapponese.
Era al piano sotterraneo, l'unico cantone un po' silenzioso di tutta la turbinosa struttura:)
In foto un accessorio che si ravvisa spesso nelle toilette giapponesi: è un seggiolino piegevole estraibile a muro, utilissimo qualora i genitori debbano recarsi al bagno e non siano in compagnia del coniuge e non possano pertanto laciare il figlio solo:)
Il design del portacartigenica è molto minimalista, mi piace!
Notare anche la futuristica plancia di comando del sanitario, full optional!!!
Compreso un sistema complesso di regolazione di temperatura del getto pulente.
Sembra la scatola di comando di un condizionatore d'aria!!!

11.23.2007

Accoglienza in Giappone

Devo dire che mentre sapevo essere aspettato, non avevo piacere nel compilare il biglietto di ingresso con scritto luogo, come e dove del mio soggiorno (oltre che i dati che di li a poco avrebbero letto nel mio RFID del mio sfavillante passaporto), ma questo può andare bene: per precauzione avevo scritto i miei dati anche al sito degli affari esteri, inerente alla mia rintracciabilità in caso di calamità naturale, anzi, ve lo consiglio pure a voi:

http://www.dovesiamonelmondo.it/

I controlli a Narita hanno il pregio, per i più fortunati, di essere paragonati a quelli di heathrow (Link inglese solo, vi spiegano che se vi siete vestiti male ci perderete mezza giornata, oltre che virilità, pazienza e diritti), quindi tutto va che è una meraviglia, già coccolato da quello che ho scoperto essere la normale attenzione al servizio che i Giapponesi offrono.
Pure l'imbarco, successivamente, si dimostrò veloce e simpaticamente accattivante, grazie alla vecchietta che frugò la mia valigia in pubblico, ma si sa, le vecchiette si fanno perdonare tutto...

Ora mi voglio concentrare su quello che sta succedendo in giappone, che corrisponderà alla mia o vostra prossima esperienza di viaggio.
La linea di base è quella che max ha esposto con il questionario: all'ingresso nel paese verrete schedati, con foto ed impronte. Sottoposti a verifica nei server del ministro degli interni giapponesi, memorizzati come gaijin al quale è stata offerta l'opportunità di stare nel più sicuro stato del mondo.

Non ho nulla da nascondere, posso mostrare loro anche la sgommata delle mutande senza problemi no?

Magari! I vari problemi identificati sono molteplici:
  • Problemi generici nel mantenere un'assoluta sicurezza dei tuoi dati personali nel procedimento controllo passaporto (il vostro RFID con tutti i dati può essere letto a distanza da maleintenzionati), memorizzazione foto ed impronte, invio al server, contenimento e protezione dei dati immagazzinati.
  • Controllo fin troppo assomigliante ad una semplice reintroduzione della legge di schedatura sugli immigrati, in vigore fino al 2000, questo per dire, sei straniero, puoi delinquere.
    http://www.asahi.com/english/Herald-asahi/TKY200711190342.html
  • Il punto sopra vale in quanto non v'è richiesta ai giapponesi di effettuare tale schedatura, e che il terrorismo in suolo giapponese esiste, ma è condotto e controllato da Giapponesi.
  • Altri ed eventuali che spero di non dover sperimentare (come la macchina fotografica che non riesce a prendere la foto di persone più alte della media giapponese, vietato l'ingresso a band musicali di grosso calibro in passato entrate senza problemi, etc etc )

Raverianamente parlando: lo spazio igenico tra antropologia, società e pazzie

Si ode spesso dire con leggerezza, tra donne, "Hei Marta,vado in bagno un attimo, vieni?" "Si, vengo anch'io!"....

Meno sovente se non raramente invece capita che tra maschi si dica "Uè Max che dici andiamo a farci una pisciata?" "Ma si vabbene, andiamo!!"....

Sta di fatto che in questo frangente i mascolini redattori di questo blog si sono proprio dati un esilarante appuntamento di merda(scusate:) nel nostro blog trasformato per l'occasione in latrina virtuale!:)...e allora vai con le cacate! tutti insieme deliberatamente!

prrrot plof plof..

(Ringrazio Giullo tra l'altro per la meticolosità con cui linka formule complesse, non sempre di scontato dominio del pubblico)


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Parlo con la coerenza e l'onesta di essere "escretore" prima di tutto


E' ben nota a tutti l'usanza atavica femminile di utenza collettiva dello spazio igenico (in Giappo poi:) dove, vorrei subito chiarire per non essere imputato di stolidità, per "utenza collettiva" non intendo naturalmente l'espletamento delle funzioni fisiologiche, cioè non si pisciacchia tutte assieme (in tal caso avrei scritto esercizio:) a cui è destinata normalmente l'aerea, bensì alla fruizione più generica e lata della medesima nella totalità dei suoi servizi: quindi lavabo, specchi ecc..e non solo il water per intenderci.
Non per essere pretenzioso, ma vorrei insistere, senza così plagiare la costituzionalissima uguaglianza tra tutti gli esseri umani di ambedue i sessi sancita in primis dai documenti ufficiali di gran parte dei paesi civilizzati, sulla dissomiglianza pratica, in tale materia, tra i sessi medesimi.

Cercherò di dimostrarvelo :)

Anzitutto, comprendere la sostanziale dicotomia semantica di cui sopra è essenziale giacchè il loco igenico PUBBLICO (quello privato esula dalle seguenti considerazioni essendo soggetto alla dipendenza da importanti fattori: il rapporto di "familiarità", i concetti di "privato", "domestico") può essere anatomicamente suddiviso in un atrio e un ventricolo: il primo è lo spazio d'ingresso, che possiamo definire un accumulatore della propria alterità umana, o biodiversità, rispetto agli altri utenti, cioè uno spazio ove la persona comincia a fronteggiare il proprio corpo, rievoca la responsabilità e il (presunto, in un ottica buddista:) controllo sulla appendice fisica e organica del proprio sè, in pratica fomenta la percezione del suo ego in virtù della propria carnalità.
Tuttavia è ancora uno spazio pubblico, l'anticamera della sublimazione dell'ego che è tipica, freudianamente parlando, dell'atto escretivo, che perdura anche in eta adulta.
Quindi è uno spazio ancora fastidioso e infastidito, è lo spazio dell'utenza PARZIALE .

Il secondo, complementare e non antitetico al primo, è un autentico "ovulo", un cronotopo regressivo, di dipanamento dell'intimità più recondita. E' lo spazio dell'utenza PURA.
Pensate a quando dovete urgentemente andare in bagno in un locale o in una stazione, in particolar modo quando non v'è coda, e non occorre attendere per l'utenza: residui psichici infantili di stampo freudiano ci fanno pregustare il piacere di quell'esperienza totalizzante, completiva della soddisfazione fisica, che sottende una gaio crogiolarsi nella propria essenza.

Potremo tracciare qui un paralleslismo con il rapporto Chiesa-Stato, Sacro-Profano, Convenzione-Mistero e così via: l'area pubblica dell'impianto igenico è ancora un rappresentazione simbolica delle pastoie della socialità, mentre la latrina vera e propria è una discesa nella dimensione più intrinseca di noi stessi (detto così suona un po' demonico, ma effettivamente, niente è più inquietante delle pulsioni sotterranee dell'umano, che impersonano l'io più genuino, la "vera natura": in giappo abbiamo una marea di vocaboli con questa accezione(non direi sinonimi) 正体(shootai)、正気(shooki)、本気(honki)、本性(honshoo) :)

Questo in linea di massima, un surrogato della spiegazione di cosa sia lo spazio igenico:)

Attenzione però, perchè è qui che subentrano alcune variabili da cui è impossibile prescindere per lo sviluppa della nostra tesi e che puntelleranno i binari distinti che :

All'alba dei tempi, l'uomo aveva il tachimetro a zero nella marcia della civilizzazione (bene, male?:) ma già manifestava grossolane, ahimè, differenze ontologiche (reali, supposte?:) >>>riscattando il dono delle facoltà intellettive (ammazza ce n'è voluto per affinarle), per il resto l'omeno era un buzzurro di prima categoria, un esemplare di camionista (senza discriminare la categoria), misto ubriacone, veneziano(per la parlata, non per discriminare la categoria:), ultrà-assassino-di-oggi, tute nere no global, gioventù marcia e via così...vi consiglio di guardare "La guerra del Fuoco" di Annaud del'81, interessante non solo per la tentata ricostruzione antropologico-storica quanto per l'insistenza sulla primordialità degli istinti (a volte sembra di vedervi i nostri bitorzoluti politici che se la suonano a colpi di clava, hah hah...c'è poco da ridere)

Insomma il poveraccio mezza ne "pensava" e due ne faceva, più senziente che cosciente:)

Di igiene manco si parlava e si cachicchiava e pisciacchiava ovunque senza ritegno:)yuhhu

Una cosa però era quella in cui godeva di più, chissà quale ,B) e ci dava dentro quanto più poteva sulla scia di una normalissima inclinazione animale ^v^

A un certo punto della sua storia (facendola breve perchè sennò....:) l'uomo della falange maschile ha intuito la necessità di proteggere la sua controparte femminile dalla sua animalità, cioè dalle sue inclinazioni più carnali, e ha forgiato il LIMITE (non il valore) dell'INTIMITA' della donna, che è ben diverso dal rispetto e dall'eguaglianza per cui purtroppo ancora si lotta: la donna comincia a vestirsi in un modo alternativo che protegga le sue parti più intime, sinonimo di fertilità, rinascita ecc...perchè si capisce che è la carnalità la leva della sensualità che estingue la ragione dell'animale uomo (mamma mia, mi incolpo del semplicismo estremo della suddette considerazioni, ma mi tocca stringere)

Tale limite viene di volta in volta valorizzato e standardizzato trasformando la percezione della vita igenica della donna, che diviene un processo sempre più delicato e complesso, fermo restando la centralità dell' aspetto fisiologico.

..va da sè la conclusione che per la donna lo spazio dell'intimità è secolarmente convenzionalmente più marcato, ritenuto inviolabile(sennò perchè si parla di violenza alle donne?) bla bla bla...

Come si collega sta digressione al filo precipuo del discorso?

Beh, la donna, in nome della preservazione della sua femminilità, sia essa manifestata con la protezione della sua peculiarità fisiche vuoi sulla scia di quanto instillato dalle convenzioni umane, ha evoluto un concetto di spazio igenico più fedele a quello canonico: cesso come spazio dell'assoluta intimità.

Quindi il curioso fenomeno del pellegrinaggio collettivo al cesso tipicamente femminile, che a questo punto sembra essere in contraddizione con quanto concluso, si spiega in realtà come una comunione, tra il gruppo femminino, del reciproco sentore di essere femminile, un' inconsapevole accettazione della propria alternativa carnalità.

In fin dei conti è una cosa molto tenera:) "Siamo donne e ne siamo fiere del tipo" ,B0..

Il maschio invece, da sempre emancipato da questa meccanica di preservazione dell'intimità, meno sentita, concepisce l'atto dell'andare in bagno in modo ancora primevo (senza ovviamente togliere alla categoria ,B) : minchia, mi scappa, la faccio e sono a posto.
Tant'è vero che la concezione dello spazio igenico maschile è più elastica di quella femminile: gli urinatoi sono uno affianco all'altro, si piscia in compagnia diciamo, senza troppi problemi!
Al massimo uno si fa le teghe perchè c'ha di fianco il Rocco Siffredi di turno che appena aperta la bottega splaffa direttamente sul trogolo di scarico l'arnese:) hah hah

Questa relativa indifferenza contribuisce a non sentire la necessità di esaltare l'atto dell'ascesi al bagno, di non condividerla e coauglarla in una sentenza di identità.

Volete esempi più strettamente legati al mondo nipponico?

Niente di più facile, dato che in fatto di spazi igenici il Giappo offre mirabilie:)
(Per questo vi rimando anche al link di Wikipedia nel post di Giullo che è esauriente sul tema)
La donna giapponese (e qui si che la convenzione sociale gioca un ruolo ancor più essenziale) ha evoluto una concezione dell'intimità particolarmente robusta (non controbattete giocandovela con la relativa libertà sessuale dei giapponesi, perchè essa è più regolarizzata di quanto sembri!) tant'è che è stata capace di stimolare la "fobia dello sciaquone":)

In Giappone, in un bagno per signore di pubblica utenza, vergognosissime e preoccupatissime di poter far udire "suoni":) compromettenti alle altre utenti, le ladies tirano lo sciaquone uno stramaro di volte, per garantire un effetto sonoro di copertura!! Non ci crederete ma questo ha comportato un serio problema di spreco di acqua pubblica! Fino a venti litri a utilizzo!Impressionante!!!

Morale, hanno ben pensato di inventare congegni elettronici da installare a fianco ai sanitari che riproducessero realisticamente, attivandosi a sensore o pressione, il suono dello sciaquone!°0°
Copertura perfetta e garantita!

Insomma la donna (giappa e non) esige una tutela molto severa della sua intimità

E per gli uomini? Qui me la gioco con l'esperienza personale!:)

Una volta m'è capitato di entrare in un bagno in uno dei favolosi megastore di ビッグカメラ (BIG KAMERA) che con ヨドバシカメラ (YODOBASHIKAMERA) costituiscono i piatti d'oro della bilancia del consumo giapponese di attrezzatura tecnologica, oltre che metà di pellegrinaggio per tutti gli stranieri che intendono farsi un' idea del giro d'affari che la tecnologia offre al mercato, pur in stallo, del Giappone nonchè delle proporzioni di acquisto-vendità che superano le nostre in rapporto 30-1 tipo.
Dico piatti della bilancia poi, perchè dal momento in cui ci si abitua a stare in Giappone e si comincia a vedere che gli occhi cominciano a immandorlarsi un pochetto, ci si può permettere anche di tifare per una o per l'altra fazione:)
Eravamo io e Max (in quel di HIbiya, precisamente, rintanati al Big data la giornata uggiosa tipica del 梅雨 TSUYU, stagione delle piogge) li intenti a frugare tra i cd, e ascoltare vari pezzi di prova..fu quella volta tra l'altro in cui rinvenimmo queste due oscenità:






Fu allora che avvertii il bisogno di un scaricare con una certa urgenza, e dopo essermi fatto indicare dal generoso addetto del Big dove fosse la toilette per gli uomini (e dopo che questi mi ci accimpagnò quasi fino all'entrata come da copione:), entrai in sto cessetto, che per la prima volta contro le aspettative non era nulla di eccezionale, straordinariamente grezzo e non proprio pulito!!! Sembrava un cesso da università appena pulito, di livello infimo per lo standard giapponese insomma:)
In più era strettissimo e obbligava ad accasciarsi in tipico stile giapponese con faccia rivolta verso l'impianto idraulico (chiunque abbia visto una latrina giappa sa bene che per una faccenda di praticità d'utilizzo la leva dello sciaquone è ad altezza ginocchio! Per pigrizia viene pigiata anche coi piedi:)
Beh, insomma dopo essermi detto un po' stizzato " èéma come? possibile?? eppoi siamo a BIG KAMERA, strano un cesso così poco curato! vebbè, proviamo anche sta nuova esperienza!:)>>>)
Comincio a fare acrobazie(che faro a malincuore a meno di rivelarvi:) per riuscire in quella dipserata impresa provando sulla mia pelle tutta l'inesperienza della posizione di cacatura giapponese, che è del tutto inversa, porco cazzo!!avere quel cazzo di sciaquone in faccia era uno spinoso problema, lo spazio di manovra si riduceva considerevolmente e sbattevo le ginocchia sulle pareti legnose della cabina! Mentre si faceva strada nella mia mente che io lì ero proprio fuori luogo, e che quel mezzo metro cubo di spazio era assolutamente inadatto ad una fisionomia occidentale, entra nel loculo attiguo al mio un personaggio(non sono riuscito a vederlo in faccia dopo l'allegra cagata in compagnia:)...sento il classico fruscio e sbottonamento così nitido che mi pareva che la parete separatoria manco ci fosse, e mi dico, "mah...vabbè...".....io la mia l'avevo già degnamente fatta, e me l'ero anche ammirata un pochetto talmente era maestosa (si si schifatevi voi, ma voglio vedervi...con la dieta giapponese non è facile raggiungere risultati da guinness sapete?forse è per questo che Toriyama ha così tanta simpatia per le cacche: quelle giapponesi saranno così kawaii, altro che i rudi corrispettivi occidentali), ma così tanto per fare, indugiavo su sta specie di cella di isolamento. Proprio quando decido di levare le tende (e le chiappe) dal postaccio, sussulto a sentire che il "vicino" comincia a fare sforzi inauditi accompagnati da effetti sonori campionati in un abile traccia!
Io, sconvolto, ascolto l'agonia di sto poveretto(che sapeva di avere uno di fianco, come poteva non saperlo, con due centimetri che ci separavano:) che amplificava sempre di più la sua ercolea fatica con mugugni e acuti deliranti!!! Lui da solo probabilmente, ricostruiva un tipico scenario sonoro sulle pendici alpine al tempo della prima guerra mondiale, con l'artiglieria austriaca che gruvierava il fronte veneto!

Il tutto senza un minimo di ritegno :)

E io che mi son sempre preoccupato di non rivelare la nostra superiorita intestinale ed escretiva...

Morale tutto sto casino per introdurre a questa foto, che è il mio tribute a questi ultimi fenomenali post igenici (non sono feticista è che mi sbrego troppo quando subentrano discorsi ad elevato concentrato di schisi 表(Omote=superfice, apparenza, facciata) / 裏(Ura="rovescio del broccato", ciò che sta dietro la facciata, ombra>>per estensione nucleo, verità, vera natura) vale a dire tra apparenza sottovalutata e potente realtà sottostante).


Ditemi voi..avete mai visto un cesso con il ghiaccio???????? Vi prego commentate se ne avete mai visto uno perchè io davvero ci sono rimasto secco all'impatto!!!

Questo è l'orinatoio del "Bridge" (http://www.bridgeyokohama.com/index2.htm) di "Rocohama" ロコハマ (la trascrizione giapponese di Locohama, "baia pazza", come viene chiamata Yokohama tra la gioventù reppettona scapestrata del 京浜, Keihin, la zona compresa tra Tokyo, Yokohama, la regione di Shonan e dintorni, in cui il J hip hop imperversa), un localino non proprio d'alta classe ma non certo scadente. Diciamo che il locale in sè merita, indipendentemente dal tipo di musica che uno ascolta: salottini privati e insonorizzati con poltrone apparentemente comode, spazio accettabile...prezzi fuori portata per la roba da bere (una bottiglia d'acqua dal distributore 200 yen, non so al banco..), ma se volete andare a vedere a quale risultato può arrivare la sapiente e talvolta folle arte assimilatoria dei giapponesi, nonchè calarvi nel palco della gioventù nipponica più stravagante e modaiola andateci!
Vedrete con i vostri occhi copie semiautentihe di busta Rhymes o Lil john giapponesi 8presto ve ne parlerò)!
Occhi aperti e testa sulle spalle..sempre!!!però!...non si sa mai:)

Sta di fatto: perchè il ghiaccio sul cessooOooOoOooOOOOO??!!????


E c'è di più!! i camerieri del locale, per enfatizzare ancora di più la trovata, usavano i recipienti per il ghiaccio per tenere in fresca lo champagne per "ricaricare" l'orinatoio, ogni qualvolta esso si liquefacesse sotto il getto bollente dell'urina!!! ma dico...siamo fuori!! io non ho mai sentito di una cagata simile!!!

Ad ogni modo...motivo per cui hanno avuto sta bella pensata?:)

Dato che sono giapponesi 8e della specie cazzara:), è molto difficile immaginare una motivazione che va al di là del semplice gusto per la stravaganza e per il suo potere innovativo e libidinoso che l'operazione ha in sè: io la mia ipotesi l'ho fatta...quando urini sul ghiaccio puro, lo sbalzo termico oscilla tra gli 0° gradi e i 33° centigradi circa all'istante del contatto e il ghiaccio comincia a scoppiettare piacevolmente:).....




Cesso primordiale giapponese! EH?

allora??

Guardate che esempio di architettura neolitica d'alto livello!! E il tocco di classe? quel mirino tracciato in grande stile??hah hahhaa!!

Beccato tra le fronde del tempietto di Hayama(dov'era casa nostra, sigh..) sulle rive del mare della baia di Shonan!!!

Pensate: mare, cullati dal suono di docili onde e dallo stormire delle frasche di palme e abeti(??), all'ombra dei tetti MOKOSHI del tempio e col sedere che vibra, accompagnado la soave melodia con squisite flatulenze...

******

"Oops, I..did.. it again!!" ...

Queso post potete anche sommergerlo di insulti e ortaggi putrescenti dato che c'entra davvero una tega...:) vabbè ma mi sono sfogato!

Eppoi qualcosa di Giapponese c'è! E anche stupefacente!

"Occupato!"

Collezione estate 2007, in risposta al "De Toilettibus" del caro Giulio.
Il modello rosa, adatto ad ambienti signorili e distinti, per persone che non disdegnano un tocco di femminilità nella propria intimità.Ritrovato in uno studio dentistico nei dintorni di Ebisu (zona Shibuya), il water in questione (anche se è quasi un'eresia chiamarlo solamente water) è stato testato dal sottoscritto.

Estetica 8

Comodità 8

Pulizia 9
(probabilmente grazie alle cure continue della segretaria del dentista Nezumi).



Il modello successivo è un modello "Partiamo liberi", reperito all'aeroporto di Narita appunto, per le sedute dell'ultimo minuto.Di minore equilibrio estetico rispetto al precedente, il pregio di questo water è comunque la classicità delle linee unita ad una tinta, il colore bianco, che si sa, "sta bene con tutto ma si sporca subito".

Estetica 6
Comodità 8
Pulizia 8




L' ultimo modello è un modello casalingo, adatto ad ambienti familiari, ritrovato in quel di Hayama.Come si può notare dalla foto, nonostante comprenda elementi estetici assolutamente fuori luogo come le rubinetterie in finto oro vero, il water si sposa abbastanza bene con la quotidianità.Un colore discreto, leggermente tendente al "crema" causa vetustità

Estetica 6
Comodità 6
Pulizia 6



Toilette giapponese

Dai creatori di "La Natura del Giappone" ecco a voi l'attesissimo:
Minzione Giapponese 2: evacuazione totale

Forse l'ossessivo rispetto che in Giappone provavo per ogni singola cosa mi ha impedito di prendere foto di molte cose. Impegnato anche come ero a suggere dalla nipponica coppa tutto ciò che mi veniva offerto, non mi son accorto di essere tornato con tante foto di water (e nessuno di bagni termali pubblici con bellezze locali)...
AGGIORNAMENTO
Wikipedia è arrivata prima anche in questo, per chi volesse una più approfondita conoscenza del fenomeno incriminato ecco a voi questo link.

Una volta realizzato dove mi sentivo più a casa (grazie magister), ecco subito comunicarvelo, offrendovi una rapida carrellata di vasi sanitari giapponesi...
Bellissima coniugazione di termini: un classico bagno "turco" giapponese, foto cortesemente prestata da wikipedia (troppo bella per non metterla)...
Ecco un posto in Giappone dove i giapponesi (a giudicare da come l'ho trovato alle 9 di sera) non vanno mai: il bagno a 300m di altezza della tokyo tower!
Chissà quante meravigliose funzioni celate da quel non tanto familiare ammasso di porcellana e plastica...
I love Ginza! 銀座が大好き。Amo Ginza!

Rapida legenda del bagno con descrizione per i normodotati senza lingue orientali.

トイレ (TOIRE, versione ristretta del termine toilette)
トイレット (TOIRETTO, versione completa di toilette)
便所 (BENJYO, water o toilet)
洗面所 (SENMENJO, lavatoio o stanza che include un lavabo )
お手洗い (OTEARAI, sinonimo di benjyo)

Per chi di voi non avesse ancora realizzato il grado di pazzia degli autori di questo blog, godetevi questa orribile vista.
Si, sono io, e quella è una turca di una stazione giapponese (in quasi tutte le stazioni ci sono, ma sono sempre inferiori numericamente a quelle di tipo occidentale).
BHUABHUABHUA

11.21.2007

Ame hyouku! (trad. "A me gli occhi")

Ame hyouku.
"Ame" pioggia, "Hyoku" fertilità.
Una pioggia spermatozoica, tipo.Come la cultura nipponica di cui vi inondiamo giorno dopo giorno, e con cui vi fecondiamo!Eh, che belle immagini eh...? -.-
Salve simpatici ragassuoli.Mi piace come sta andando questo blog, nonostante voi lettori non dimostriate nei commenti sufficiente affettuosità.Noi siamo come dei poveri cucciolotti indifesi, chiediamo solo una ciotola (magari di Katsudon) e un pò di coccole.Ma tant'è, noi andiamo avanti, sicuri che prima o poi vi sbilancerete nei commenti..:).A tal proposito, sulla destra, se notate, ho aggiunto un sondaggino su una news fresca fresca.Il sondaggio durerà un mesetto a partire da oggi, e spero lo troverete interessante motivo di discussione.
Tornando all'argomento post, ringrazio pubblicamente (e pubicamente) il buon Giullo che si applica quasi quotidianamente nel fornirvi simpatiche e gradevoli pillole dal sapore nipponico, e ringrazio ovviamente il buon Davidone che prepara i suoi post con estrema minuzia e dovizia dei particolari.Per quanto concerne me...prima o poi scriverò qualcosa anche io, via...per ora dò una riassestata al layout et similia..non vogliatemene.
Continuiamo così...e via tutti a votare il sondaggio!

(e a proposito di kouban, replico al buon Giullo con il fantastico Kouban del parco di Ueno)

11.19.2007

Scatola di Polizia 交番


Non è una nuova sigla della prolifica Cristina D'Avena ne dei suoi collaboratori Gem Boy, bensì il nerbo portante della falange armata Giapponese: il posto di polizia!
Questi piccoli (c'era da stupirsi?) contenitori di "bracci lunghi della legge" sono chiamati kouban (交番), si trovano un pò dovunque e hanno quasi sempre un baldo poliziotto pronto ad aiutare il popolano indifeso del momento.
Hanno orari di apertura, un proprio numero di telefono fisso, e sono schivati dai Giapponesi la sera tardi.
Questo qui è quello di Ginza (area metropolitana di Tokyo), vicino al kabukiza, il teatro di kabuki di cui parlerò più avanti.

11.17.2007

Cessi Giapponesi

Il museo del kodokan riserva altre sorprese! Ecco il primo dei bagni giapponesi che ho fotografato!

11.16.2007

Il mondo fluttuante 4

(Per chi si fosse perso le puntate precedenti trovate l'elenco QUI.)
Con un titolo tanto altisonante è stato facile allontanarsi dall'argomento, chiedo venia.
Continuerò comunque a rimanere off-topic fino alla prossima meta di quella famosa giornata, dedicata all'arte giapponese.
Continuiamo dunque con le sorprese di quel bel museo quale era il kodokan!Demoniche navi nere (Kuro Fune 黒船) dalla devastante potenza distruttiva!
Testimonianza diretta di quelle giornate che dall'8 luglio 1853 videro per la prima volta il contatto tra la cultura americana, in piena espansione commerciale (mai fermata), e quella giapponese, abbastanza saggia da riconoscere che una nave a vapore con 8 cannoni a lunga gittata e 21 medi (quando loro avevano solo sentito parlare del carbone per trainare una nave) era abbastanza per riaprirsi al mondo esterno; figurarsi quando arrivò il commodoro Perry con 4 di queste, dando un anno di tempo per una risposta affermativa (tornò con 8 navi).
Ecco il sigillo, con le pesanti catene e la rossa polvere. I caratteri dei sigilli provengono dalla più antica scrittura, e sono quelli che più possono essere chiamati ideogrammi, tra i logogrammi usati da sempre in Giappone.
Quante emozioni e diversi atteggiamenti possono essere ravvisati in questo condottiero? Quando noi cercavamo di arrivare il più possibile ad una rappresentazione realistica delle cose, che non seppe tener testa alla fotografia e alla tecnologia seguente, in Giappone si era sempre seguita una diversa filosofia nella rappresentazione delle cose...

11.13.2007

Il mondo fluttuante 3

(Per chi si fosse perso le puntate precedenti trovate l'elenco QUI.)
Sbirciando tra le sale...
Ombre e luci continuano ad accarezzare la pelle come trine di tende in sfarzose ville palladiane, ci credereste che non avevo proprio mai pensato di andare in un posto così e mi ci sono ritrovato in mezzo?
Ecco un particolare della stanza dove con tutta probabilità il padrone della scuola intratteneva ospiti o allievi, ovviamente esso stava con le spalle al tokonoma (床の間 l'alcova rialzata) sempre contenente un makimono (巻物 pergamena o rotolo iscritto) srotolato in verticale, oppure una composizione floreale; alla sua sinistra poi (qui alla destra) era ed è visibile il chigaidana (違い棚) un insieme di scaffali e cassetti ad ante scorrevoli.

Ah, il tokonoma deve per forza essere costruito nella casa, non si può improvvisare in un muro, mi raccomando! come dite? ne volete uno? ecco qui come rimediare!

Prendete un muro... fatto?
In punti prescelti rompetelo fino a formare un'alcova (niente rapporti erotici però, almeno per ora) rialzata da terra di pochi centimetri... fatto?
Rompete e bruciate 2 confenzioni da 150ml di colla vinilica a inari (il mio preferito)... fatto? (era meglio farlo all'aperto)
Lesti, cercando di non svenire, mettete un fiore particolarmente adatto alla stagione in un vaso, e riponete il tutto nel vostro nuovo, completo, giapponesissimo tokonoma!
A presto!

11.12.2007

Il mondo fluttuante 2

(Per chi si fosse perso le puntate precedenti trovate l'elenco QUI.)
Continuando l'escursione in questa antica scuola ho capito che l'erba del vicino è veramente più verde:
Il giardino del kodokan Alcune immagini del giardino esterno e un cortile interno.
Una cosa che sempre ha colpito l'animo è stata la natura che in templi , santuari, scuole e chi più ne ha più ne metta, è stata imbrigliata e portata alla massima rappresentazione di quello che essa è: spontanea rivelazione della grandiosità della vita.
Infatti, pur essendo importante in quasi tutte le scuole filosofiche orientali il rapporto con l'impermanente e con l'illusione della realtà, molto spesso anche i più grandi maestri avevano piacere nel soffermare lo sguardo in un bel giardino.

In giardini giapponesi però non è semplice vedere il brutale controllo che sempre un giardiniere è costretto ad usare sulla natura, come invece ci ritroviamo ad ammirare in un giardino all'inglese.
L'erba tagliata è sempre presente, ma per il resto le forme vengono sempre dettate dai componenti naturali, e mai dalla forma di una cesoia. E' possibile quindi notare, camminando sulle sconnesse pietre del giardino, angoli dove la vegetazione sembra spinta all'estremo della sua improvvisazione:Altre cose che si potevano trovare in questo giardino da meditazione, camminando tra le pietre sconnesse nell'erba, erano un piccolo boschetto di bambù, che oltre a raffigurare la resistenza alle avversità, propagava un suono unico e particolare, quando il vento faceva battere tra di loro le fitte canne.

11.11.2007

Il mondo fluttuante 1

Ukiyo (浮世)
Mondo fluttuante, solitamente conosciuto per i dipinti (ukiyoe, 浮世絵: dipinti del mondo fluttuante), un concetto che tanto ha mosso il cuore giapponese, che ha radici profonde nel passato del Giappone, e le cui lunghe fronde arrivano fino al futuro del mondo (fu lo stile che più influenzò, direttamente, artisti di fine 1800 come Van Gogh).
Con esso porta tutto quel senso di ironica visione della caducità delle cose, di un modo di intendere il mondo aspro, visivamente potente ed emotivo, ma al contempo delicato e raffinato, pulito nella sua continua raffinazione stilistica.

Con questo pretesto vi accompagnerò attraverso una prigione/scuola e un museo d'arte che ho visitato il 7 ottobre 2007.

Con mia estrema sorpresa, la mia arrendevolezza nei confronti dei modi gentili delle persone che mi hanno ospitato ha portato un mio ospite; un uomo sulla cinquantina simpaticissimo, che vive lontano dalla famiglia per motivi di lavoro, ad accompagnarmi in un bellissimo complesso scolastico usato anche come prigione per un personaggio famoso della metà del 19° secolo.
La vita li doveva essere sicuramente dura, ma i piaceri raffinati che li potevano essere trovati trasparivano dalla sobria semplicità delle rifiniture di lusso.



Cominciamo dal parcheggio che mostra dal fuori questo complesso, circondato da muri di un bianco sgargiante nella mattinata giapponese. Confina a nord con una scuola media attualmente usata, segno che se si trova una buona posizione per una funzione, perché cambiare? che sia a causa della geomanzia cinese?



Ecco una stanza per le accoglienze, si apre su un cortile, e l'enorme tokonoma (link inglese. Alcova per immagini cerimoniali) che stava alle spalle del capo della scuola fa intendere quanto rilevante l'uso dello spazio ai fini di impressionare con il proprio status gli ospiti.

(Per chi si fosse perso le puntate successive trovate l'elenco QUI.)

11.01.2007

Sanpei&Ippei VS TrioVeneto 0-1 (ma siamo sicuri? :)


Bella lì uomini di mare e non (Uomini di mare è una crew italiana che fa Hip hop! vedi anche Teste Mobili:)!!!!..oggi però vi conviene esserlo un po', lupacchiotti di mare, perchè il tema lo esige!!!...

Eccovi qui le fotacchie di quella che è stata un epica sfida Italia-Giappone nella antica e nobile arte ittica!!!!



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Da non credere! E vorrei precisare che, oltre all'esperienza di pescare nel paese di Sanpei e Ippei Nihira, che già di suo ci accredita 100 punti in più e ci candida di diritto al Best Blog Award 2008, la canna da pesca ce la siamo portate NOI da casa!! Ahò fioi, ma vi rendete conto?in viaggio dall'altra parte del mondo con le canne da pesca, intenzionati fin dall'inizio di lanciare le nostre meschine lenze nel mare del JP!!!!

Per essere onesti e onorane il gesto, max ne ha portate ben due, perchè io, pescatore d'alto livello che sprezza la volgare attività ittica per darsi solo all'altura(..............) di canne da pesca ne avevo una sola, telescopica, che in realtà è il bastone allungabile di Goku, non nel senso che si allungava a comando ma che aveva la staffa di base lunga di per se una decina di metri...senza contare le altre sei..mannaggia insomma in valigia, nonostante questa fosse alta quattro metri per tre, non c'entrava...grazie mille Max!!..il Marchetto aveva invece la sua bella cannetta, con tanto di attrezzatura che avevamo pattuito portasse lui perchè unico ad essere già equipaggiato di tutto, senza io e max dovessimo andare a far spese inutili per ami e roba varia che poi non avremo usato tornati in patria..
Non saranno state di fattura giapponese:) (le canne giappe sono di fattura magistrale!!..e costosette..anche se, si sa, il mercato interno giapponese è così variegato nella gamma dei prezzi che se ci si accontenta un po' e non si pretende il massimo si concludono sempre affaroni per cifre esigue..e la qualità non pecca di deludere:) ma una delle canne di Max era nientepopodimeno che un esemplare della specie ormai in via di estinzione "canna del nonno" (la nomencaltura è coniata dall'analogo "coppa del nonno", le tazzine che i nonni tramandano ai figli in linea diretta -quindi non alla prole illegittima- che a loro volta trasmettono il cimelio familiare alla discendenza) cioè di quelle possedute da avi e bisarcavoli, fin dai remoti tempi primordiali (la lenza è infatti quella che i nostri scimmmieschi antenati usavano per la pesca a strascico (nel senso però che erano loro ad essere tracinati radenti il fondale da mastodontici plesiosauri)!!!












Già durante la nostra epica preparazione per il viaggio, dunque, avevamo inquietato il Giappo con la nostra bieca intenzione di fradoargli un po' di pesciolame!...

E noi ci siamo andati a pescatre! Pochino, ma ci siamo andati!...siamo andati come già detto, solo due o tre volte (max non ricordo se tipo la volta degli scogli era la stessa di quella del pontile..) con risultati direi abominevoli...........

La prima è stata quella mattina in qui, per inciso dovevamo alzarci alle 6:30 ed essere in spiaggia a pescare già prima delle 7...cosa che ovviamente è andata a monte, essendoci presentati sul pontile per le 7:30 inoltrate:)..la stessa mattina della mia rissa con la mantide e della meravigliosa apparizione del Fuji!!!!!...mamma mia che giorni abbiamo vissuto!!..

Li ci attendevano i nostri sfidanti, i temibilissimi Sanpei&Ippei Nihira, della nazionale ittica giapponese, la cui fama era giunta pure nel Bel Paese dopo essersi aggiuducati trofei su trofei nelle più iportanti conpetizioni estremo orientali!!










Notare prima di tutto il look!!!!..Immancabile cappello di paglia!!! guardate!..solo Sanpei ( t-shirt rossa) ha gli zoori( le ciabattine infradito) mentre il nonno Ippei ha adottato un look più casual, che non disdegna l'ostentazione pilifera!...:)











...Sarà stato forse per il nostro ritardo al giorno della sfida, che ci siamo permesi di fare perchè sicuri di avere la vittoria nelle nostre mani (........), ma appena giunti sul pontile di Hayama Beach, i due campioni giapponesi hanno voluto subito frazionare il granitico suolo del pontile in aree di esercizio ittico, secondo loro, per scongiurare incidenti tecnici tipo groviglio di lenze o simili, tutto con un piglio pacato e meticoloso e con calore forzato.

...Ma noi, volponi come siamo, capimmo subito dall'iniqua distribuzione dello specchio marino assegnatoci e dalla locazione tutt'altro che favorevole sul pontile, che i due felloni, forti del fatto di giocare in casa, ci stavano rifilando il versante meno peschereccio della costa!!!!..
Nonostante i nostri clamorosi fiaschi, in occasione della sfida, abbiamo fatto breccia nel cuore dei due campioni, con la nostra non comune professionalità, e i bollenti spiriti si sono affievoliti a poco a poco, anche perchè si era instaurata quella tipica atmosfera panteistica della pesca nelle giornate in cui non si chiappa una cazz, e stai lì a grattarti e a contemplare l'azzurro del cielo che si tuffa nel blu torvo del mare... finchè il buon Marco non ci caccia li la giocata fatata e ci pesca su un pescetto da scatola di sardine..ma no anzi a guardarlo bene non era poi così stitico...si dimenava con forza ed era abbastanza tozzo, lungo quanto la mano di un uomo adulto...beh, insomma anche i duei campioni che erano a becco asciutto quanto noi da un bel po' (anche se in realtà il nonno Ippei aveva chiappato un bell'esemplare poco dopo il nostro arrivo) scattano in pedi e corrno in contro a Marco che intando cercava di estrarre l'amo dalla mascella del disgraziato pesciazzo!....vedendolo in difficoltà, il buon Ippei,con sfoggio di fratellanza sportiva lo ha aiutato a sfilare l'amo...due secondi tipo....poi Marco lo ringrazia e gli fa "ma che pesce è ?, scusi" e lui " fugu, fugu!", che non è il presente indicativo del verbo "fuggire" malamente pronunciato da un qualche appartenente a una comunità tribale del Congo, bensì il nome (con un taglio però non scientifico, come tutti i nomi comuni di animali) del pesce palla!!

.."ma va!!!" voi dite, e invece è proprio così, e se ve lo dico consapevole di passare per allocco credulone, sono d'altro canto fiducioso che di specie di pesce palla ne esistano a bizzeffe, e che il nostro, nonostante non esagerato nella caratteristica forma, privo della pelle urticante(meno male) che lo rende pericoloso al tatto per l'uomo, potesse essere proprio un indigesto pesce palla, incappato proprio nella lenza di un italiano dalla chioma ossigenata su una superficie di 372 839 chilometri quadrati


...insomma abbiamo stravinto pescanto un pesce palla!!

mitici!..


Per quanto riguarda le altre sezioni di pesca, essendo esse alquanto monotone e comunque abbastanza avare di interessanti novità, vorrei citarle appena in un altra sede e relegarle un po' a sfondo di nuovi ritratti di esperienze vissute in luoghi di cui intendo parlarvi prossimamente..spostando finalmente l'asse dell'analisi a questa natura del Giappone..non con tutta 'sta fretta comunque:)...pazientate un po' quindi!..

...よいお釣りを...



***mex per Giullo: vai sul post "L'albicante cacume Fuji" che ti avevo lasciato la risposta al commento!! E' importante!!(> o <)すみません!
***MESSAGGIO PER TUTTI GLI UTENTI FUMAIOLI: i doppi sensi non sono andato naturalmente a cercarli..ma rileggendo sto post ci si fanno davvero due risate:)....

眩しき富士山 - L'albicante cacume Fuji

Oggi volevo però tappare un foretto nella carlinga del nostro velivolo che galleggia sulla volta nipponica e postare fedelmente a quanto detto nel post “Il BESTIARIO giapponese -parte 5-" alcune foto sulle vedute dl fuji…questo perché sono un raveriano convinto (Massimo RAveri è docente di Storia delle filosofie e religioni dell’Asia orientale attualmente a Venezia Ca forscari) e mi opprime non ottemperare al bisogno di chiudere circolarmente un discorso lasciato in sospeso, pur con tutte le digressioni che s’accumulano nella trattazione tematica…proprio l’opposto del suo divagante e stravagante collega Bonaventura Reperti:)..ma questa è una frecciatina simpatica ai nostri dotti, aponici e un pizzichino boriosi istruttori, no max?

Ecco a voi queste splendide foto del Fuji(..ai shichau kara, ai shichau kara...piichi!!piichi..scusate:)








Ed eccola là, argh!, quella meraviglia di Fuji dalla spiaggia!!!meraviglia! Un panorama che chi anela al Giappone non può che bramare come l'Atman al Brahman(giocono di parole:)!!!!!!

Mi viene da singhiozzare se penso a quella mattina in cui, come già detto, uscito senza macchina fotografica per andare a pescare(vedi post "Sampei vs TrioVeneto"), all'ingresso della zona balneabile di Hayama si è palesato in tutta la sua accecante maestosità!!!!!!mamma mia! è uno spettacolo come pochi ne possono esistere, dico sul serio!..
Non tanto per la sua subitanea apparizione, certo anche questa gioca un ruolo essenziale, quanto per la singolarità del corpo geologico, che fa capolino isolato e sospeso, la base che sfuma incantevolmente in una spumosa gazarra nenbica, inverosimilmente simmetrico, tanto da sembrare proprio campito ad acquerello, nelle sue tinte tenui e delicate.
Rimembra però correnti non tanto genuinamente nipponice nello stile della rappresentazione quanto più che altro lo stile naturalista cinese o quanto meno filoni coniati in giappone da esso come il Kanga 漢画...ma il sapore è analogo secondo me più a quello di un Soami no?..ci sta.. Simbolo da sempre della possanza dello spirito Yamato e della sua longevita tuttavia il Fuji in atmosfere mattutine quando è appannato dai lucori del sole estivo, immola questi somi tradizionalmente mascolini, e si incarna nella morbidezza della femminilità più immaccolata: ecco che il Fuji è una bellissima e florida donna giapponese accoccolata nei suoi plurimi vestimenti, la sottile pelle delle guance rosata per il pungente gelo nipponico, sulla veranda della sua YASHIKI.


Accidenti per scattarla sta foto ho rischiato gambe e braccia contro quella famelica mantide giapponese!!!!! Un bel grazie (o dei soldi) me li meriterei proprio...
Ah, aggiungo anche, molto bella la scena dell'imbarcazione mercantile che solca il mare con Fuji di sfondo ed Enoshima sulla destra, la minuscola isoletta mitica e vituperata(dai giovani giapponesi squinternati che lì emigrano per concerti e raduni estivi e lasciano un porcilaio da far spavento: l'unica testimonianza, orale poi, che ho avuto è stata quella di un nostro simpatico e rumoroso(nonchè monumentale:) amicone, il vecchio Giangi, che, partecipando una volta a uno di questi concerti mi mostrato le foto del macello disseminato in giro per la spiaggia a esecuzione terminata...roba da arresto!!) Lì ero sul pontile, macchinetta alla mano, mentre Max faceva foto anche lui ovviamente e Marco s'impegnava a non sfigurare contro gli atavici e temibilissimi.....NONNI PESCATORI GIAPPONESI!!!!!!!



La foto del tramonto, che purtroppo non ha tutta 'sta veste spettacolare, lo so, soprattutto per colpa di quelle dita di unto sui vetri(maledetti..che stavano trangugiando di così unto che in Giappo l'olio manco si usa!!!..)..sono state scattate nientepopodimento sulla terrazza panoramica della LANDMARK TOWER (più avanti vedrò di postare anche del materiale su questa bell'esperienza in quella che è la torre più alta del Giappone(ma sarà vero?:))nella simpaticissima e inquietante(di notte:) Yokohama!!!

Il monte svetta sulla destra, mentre il sole lotta con gli arti incandescenti per non affogare nelle tenebre tentacolari.
Mi atterrisce qui l'inversione cosmica che si può cogliere nella rappresentazione: la montagna è lievemente piegata verso destra, ma è un'inclinazione brusca, che imprime una cinetica allarmante all'elemento...è la montagna che durante il dì ha troneggiato sul suolo di Yamato, e che deve disparire ora nell'oscurità notturna, che resiste nella sua regia e leonina tenacia alla sua ineluttabile deposizione, si dimena, insegue l'ultima luce che inesorabilmente s'affioca e la sopprime con una imperturbabilità che trasfigura in gelido carceriere pure il cocente sole calante.
Leggendovi invece una parabola spiccatamente Yamato, il Fuji rappresenta qui il vigoroso Izanaki, che si lancia disperato a soccorrere la morente sposa Izanami ustionata dopo il parto del Dio del Fuoco(estinto dallo stesso Izanaki subito dopo la nascita proprio per l'incazzatura).
La sua è già una discesa agli inferi, che prelude alla purificazione(misogi)dell'impurità(kegare) dell'alba successiva.

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Scusate, ma proprio non ho resistito! dovevo vederci qualcosa di sublime i queste foto!!!!

..comunque questo non vi può permettere di sottovalutare ed esecrare la magnificenza di questo spettacolo naturale gratuitoù: è davvero unico al mondo, il Fuji!

Una domanda però sorge spontanea: cos'ha davvero di speciale sta montagna, tanto da assurgere a icona del Paese Giappone in tutto il mondo ? (assieme al carosello di etichette con cui il mondo parla del Giappone, che io, ora fatevi beffe di me, non difendo ma comunque non condanno ferocemente, per motivi che esporrò in seguito, e uno di questi è che non ce n'è motivo; gli stereotipi sono parassiti intollerabili per chi conosce,è vero, ma spesso chi conosce non si rende sufficentemente conto di quanto sia in nome di essi e su essi che ha consumato la sua ricerca; vi dovrebbe bastare per ora comprendere che se le etichette e i simulacri(ma questo in qualsivoglia immaginario umano) esistono è prechè vengono sintetizzati a partire da una manipolazione di un corpus originario si simboli e messaggi: i messaggi più facilmente corruttibili, malleabili,trasformabili in pubblicità inoffensive e commercialmente offribili alle masse)

Da qui, vi rimando al post riflessivo sulla natura del Jp, ancora in esecuzione...

10.28.2007

アイスクリ-ム時間。L'ora del gelato

Diciamocelo.Sarà anche autunno avanzato, ma un gelato ci sta sempre bene.Ricordi, Davide (per voi nonnina) la proposta quotidiana delle mezzanotte, mezzanotte e mezza? "Gelato?!".E via di corsa, al conbini più vicino (ok, anche l'unico in zona, se parliamo di Hayama, nel mese di agosto).Bei tempi eh?
Per coloro che non sanno, i conbini sono una realtà commerciale ben radicata in Giappone, che prevede questa diffusione capillare, in tutto il territorio, di piccoli negozietti, una sorta di bazaar, dove trovare "un pò di tutto", aperti 7 giorni su 7, 24 su 24.Il loro nome deriva dall'ennesima contrazione occidentalistica di "Convenience store".Dai salarymen che magari all'ultimo momento si trovano coi calzini bucati, o un bottone della giacca lì lì per cadere, alle casalinghe che hanno finito la salsa di soia, dai giovani spiantati che in crisi di astinenza non hanno più nessun giornalaccio semierotico da leggere, al distinto "naninani-sama" che si vuol sgranocchiare qualcosa: tutti hanno bisogno di un conbini sotto casa.E lasciatemene citare uno per tutti, senza togliere nulla agli altri: Lawson.
Questo simpatico, cordiale luogo di piacere, inteso in senso palatale.Da Shibuya a Tamaplaza (nonostante la sua scoperta troppo tarda, poichè agli inizi si andava già di Family Smart), fino ad Hayama, dove il suo regno era incontrastato."Gelato?!" era la parola d'ordine.Sapendo di trovare sempre un buon compagno fidato di Gelatizzazione, mi rivolgevo a colpo sicuro, chiedendolo a Davide.Sapevo non mi avrebbe deluso.E così prendi, esci dalla casetta chiudendo la maniglia, senza preoccuparti di giri di chiave, o lasciare le luci accese per dissimulare ai ladri presenze.."Siamo in Giappone", pensavamo a ragione, "forse il posto più sicuro del mondo".Sciabattando per le stradine di una che altro non è che lo stampo fedele della più classica località in riva al mare, immersi nel più totale silenzio rumoroso e magico delle montagnole circostanti, con passo deciso e godurioso, ci godevamo questi dieci minuti di stradina.Senza esserci mai davvero abituati, attraversiamo la strada guardando prima a destra, e solo poi a sinistra (visto che in Giappone, per chi ignorasse, hanno la guida nell'auto al posto destro, ma in strada tengono la sinsitra), e arriviamo, tra un semi e l'altro, alla nostra meta.Non me ne voglia il Lawson Shibuyano, del quale magari parlerò più avanti (o del quale magari lascerò parola al buon Nonnina), ma perdonatemi se non voglio tirare in ballo luoghi comuni, quando dico che il gestore del Lawson di Hayama era (ed è) un simpatico, grande grosso similbonzo (con un figlio probabilmente però mai cresciuto dentro, e sempre un pò bambinone), che dai, dai tre, dai tutte le sere, dopo una settimana ci saluta con larghi sorrisi, e ci riconosce non appena varchiamo la soglia.Con la sua divisa a righe azzurrine e bianche ci aspetta in cassa, al varco, con noi che andiamo a pagare il nostro gelato.E non un gelato normale..ma di questo vi parlo un pochino più avanti, con un esempio fotografico lampante.Una sera è riuscito addirittura a dirci "Ah, ieri menta, oggi questo", ricordandosi esattamente quindi cosa avessimo comprato il giorno prima.Serve che vi faccia notare, quanta genta possa recarsi durante il giorno in questi posti, e quanta gente compri il gelato, in una afosissima estate giapponese?E lui imperterrito che ci spiazza con la sua straordinaria memoria.E noi, come due idioti, colti alla sprovvista, senza parole, senza ribattere quasi nulla.Come ci siam sentiti piccoli..ma al tempo stesso, ci si è gonfiato il petto di orgoglio.Riconosciuti, ricordati.O trovare in cassa suo figlio, altra esperienza unica..:D.L'uomo che adora la parola "chodo" (che indica il dare\ricevere i soldi esatti, senza resto) più di chiunque altro,e che ti accoglie con questa sua vocina altamente dissonante rispetto la sua cicciolesca corporatura...e ride, sorride sempre.
E noi paghiamo i nostri MISERI (non perchè lo siamo noi, ma perchè altro che prezzi occidentali, là il massimo per un gelato son 200 yen, corrispondenti a 1 euro e 20 circa, il prezzo medio è 105, e si può avere un ghiacciolo [che non è come i nostri, che succhi e resta il pallido ghiaccio...] per 78 MISERI..lasciatemelo ripetere...yen.78 Yen sono nemmeno 50 cents di euro...ci rendiamo conto?
E poi che gelati...guardate, non fosse che la foto parla da sola, ma voglio "sprecare" delle parole per questo gelato (nell'occasione preso a Tamaplaza, ma poi, rimastone folgorato, ho concesso più e più volte il bis)




Gusto: anguria.Direte voi, "bleah, l'ho provato una volta anche in Italia, il gusto anguria...ma sa di cetriolo!".Così pensavo anche io, quando ero giovane e ancora acerbo, forse non pronto a lasciarmi sorprendere dal Giappone.Lo prendo, lo scarto, addento.Subito mi colpiscono la forma a fetta di cocomero,e la sua solidità, nonostante l'apparenza da ghiacciolo.Secondo, il gusto.Perfetto, cocomero ben maturo, dolce e zuccherino al punto giusto.Ci sono anche i semini, di cioccolata.Sfiziosi, perfetti, fedelmente riprodotti.Mangi, mangi, godi..tra un orgasmo palatale e l'altro, arrivi addirittura alla scorza... "Come una vera fetta di cocomero!" pensi.Già, il gusto della parte finale, (che tra l'altro anche cromaticamente rispecchia la realtà, sfumando dal rosso al verde, passando per il bianco) è sempre anguria, ma è meno dolce, più neutro.Quasi fosse davvero buccia.Fidatevi, un'esperienza, per quanto riguarda i gelati, unica.Mi spiace dirlo, compete addirittura con il jumbo, e siate consapevoli del conflitto interiore che sento, mentre affermo ciò.
"Davide, Gelato?!"

Sob.

10.26.2007

La natura del Giappone

Le cose che più colpiscono in Giappone, sono sicuramente quelle alle quali si è più sensibili o affezionati. Nella fattispecie ciò può essere il fantastico mondo della entomologia, i manga, le tettone giapponesi (quelle che vanno al bar solo con gli unicorni, per quanto sono facili da trovare) e chi più ne ha più ne metta.
Nel mio caso è stata la pubblicità ad attirarmi molto in Giappone, tema a me tanto caro (vedi: odiato) qui in Italia quanto nel bel paese da noi amato. Ora basta con i convenevoli ed ecco a voi una carrellata alla quale seguirà un commento di ampio respiro sulla natura del giappone come mai avete visto, in risposta anche ad un post dei grandi di youkosoitalia. Campagna giapponese: un esempio. Sapete dire quanti cartelli stradali sono pubblicità e quanti no?

Famosa metropoli nipponica, sapete dove è stata scattata questa foto?
Ecco un vero e proprio tipo cool (figo, kakkoii かっこいい), di stampo matrixiano (si intuisce dalla donnina vestita di lattice) che ci incita a bere quella cosa che li viene chiamata caffè, per conto della The Coca-Cola Company.

A queste cose si aggiunge la mia sorpresa nello scoprire come fanno ad orientarsi senza nomi delle strade con il navigatore satellitare:
"Al McDonald's, svoltare a destra"
Non aggiungo altro, io ho tratto le mie conclusioni, voi fate le vostre, che intanto proseguo con il corollario sulla natura del Giappone.

Di risposta al post (che mostrava una collezione di pietre, suiseki 燧石 ), che faceva riferimento alla sensibilità da sempre insita nel popolo giapponese per la natura, ecco la mia risposta.
Ritengo che il discorso sul 物の合われ (mono no aware, la sensibilità delle cose) sia molto generalista e dall'approccio antiquato, in quanto chiunque si rechi in Giappone, studioso dell'arte giapponese, si può rendere immediatamente conto del fatto che non è la natura in quanto insieme dei suoi componenti fisici che interagiscono tra di loro a colpire il cuore e la mente nipponici (kokoro 心).
Pensando al paesaggio urbano, e ai mille modi nei quali la cultura Giapponese è usa a piegare la natura, è più un concetto di "materiale" che compone gli oggetti e della sua "riconducibilità poetica" ad essere amato; per farmi capire vorrei continuare ad elencare termini della letteratura giapponese del 1200: utamakura (歌枕 toponimi poetici), uno dei termini del kago (歌語 linguaggio poetico).
Con essi si intende il concetto giapponese di attribuire a determinati luoghi, in questo caso, ma genericamente identificabili come "materiali", determinate proprietà, qualità o ricordi (di volta in volta poetici, religiosi, ideologici o politici).
Questi "materiali" possono poi venire ricercati, usati o protetti a seconda della popolarità che essi acquisiscono. Una vera e propria "pubblicità delle cose", che mai arriva ad un concetto di "amore per la natura" che spesso viene indicato esplicitamente o implicitamente come facente parte della cultura giapponese, mentre è tipicamente di origine occidentale.